lunedì 1 settembre 2014

[RECENSIONI] The Heroes, di Joe Abercrombie

Proseguo nella rubrica, con un libro acquistato l'anno scorso, ma che mi ha colpito come un'accettata nel petto, facendolo rapidamente salire nella mia personale classifica di bei libri.






























LA SCHEDA
Titolo: The Heroes
Autore: Joe Abercrombie
Prezzo: 17,90 copertina rigida;
12,00 copertina flessibile
(ma al solito Amazon fa gli sconti)
Pubblicazione Italia: 2012
Pagine: 716
Traduttore: C. Costantini, S. Vischi
Editore: Gargoyle

LA TRAMA (Senza spoiler)
Su un anonima collina, chiamata Gli Eroi, un gruppo di "Nominati", guerrieri del del nord, s'incontra con una pattuglia di soldati dell'Unione. Fra le due nazioni è guerra già da un po' e questo incontro, pur senza versare una sola goccia di sangue, farà confluire i due eserciti proprio in quel buco di culo di luogo, insignificante sulla mappa, ma che d'un tratto diventa la chiave di volta di tutta la guerra. Facciamo la conoscenza di vari personaggi e tra intrighi, battaglie e scontri, tutte le loro storie si intrecceranno, durante tre giorni campali, sui quali si deciderà (forse) il destino di due nazioni.

COMMENTO

Come Gli Inganni di Locke Lamora, The Heroes non è il classico romanzo fantasy. Anzi credo che sia un fantasy così atipico, così singolare, da essere lontanissimo dal genere. Eppure rimane un fantasy e dannatamente ben scritto, per giunta.
Abercrombie si diverte un mondo a prendere i classici topoi del genere e stuprarli con forza. Una cosa che già fa Martin con Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (o Game of Thrones se guardate la serie tv), ma che a questo giovane inglese riesce con particolare semplicità.
Provate a immaginare un classico stereotipo del fantasy; in questo libro (come negli altri libri di Abercrombie) c'è. Completamente stravolto.
Il principe decaduto che cerca il riscatto? C'è, ma è un vile e un codardo.
Il possente guerriero? C'è, ma è un pervertito con grossissimi complessi.
Il ragazzino con i sogni di guerra? C'è, ma è un coglione.
La giovane donna furba come una lince? C'è, ma è anche una stronza assetata di potere.
Il vecchio soldato stanco e disilluso? C'è, ma è forse il più nobile di tutti gli altri personaggi.

La bravura di Abercrombie è nel saper tratteggiare questi personaggi, non per renderli simpatici (Calder lo odierete dalla prima all'ultima pagina), ma per renderli REALISTICI. Talmente "veri" che bucano le pagine, tanto che penserete che sia gente che conoscete, alcuni, forse, addirittura vecchi amici.
Non ci sono eroi, solo uomini, a volte animati da buone intenzioni ma spesso fallibili, così come ci sono codardi, inetti, sanguinari. Una varietà di personaggi che mozza il fiato, tanto sono profondi alcuni, con i loro pensieri e le loro considerazioni. O anche solo se si tratta di salvarsi la pelle.
Così come sono realistici i personaggi, è realistica la guerra: non c'è niente di epico in un soldato che raccoglie le proprie budella aperte da un'accettata, così come non c'è niente di epico quando partono per sbaglio frecce che colpiscono gli alleati. La guerra è una cosa sporca, lurida, mostruosa e Abercrombie non fa nulla per alleggerirne il peso. Le battaglie sono descritte con dovizia di particolari, le cariche sono realistiche.
Non c'è traccia di magia in questo libro (anche se compare un mago), solo sangue, sudore e armi bianche. Non solo: lo stile è così fluido che le 700 pagine voleranno, quasi senza che ve ne accorgiate. I colpi di scena sono dietro l'angolo, sopratutto dalla seconda metà in poi e ad un certo punto, può davvero accadere di tutto.
Pur facendo parte di un ciclo, The Heroes è un libro che può benissimo leggersi a sé stante. Abercrombie ha scritto per primo una trilogia (The First Law), poi alcuni side books (per così dire), ambientati nel medesimo universo e che condividono alcuni personaggi minori, ma che sono completamente fruibili a sé stanti. The Heroes è appunto uno di questi.
Un appunto, sull'edizione italiana: la traduzione è veramente ben fatta.

Consiglio questo libro innanzitutto a chi ama i romanzi scritti bene. I suoi punti di forza sono i personaggi ben tratteggiati, le grandi battaglie e una certa crudezza, che a me personalmente non ha disturbato, ma che potrebbe impressionare forse qualcuno. Per chi ama il fantasy, credo sia una lettura obbligatoria, ma è decisamente fruibile anche per chi non mastica il genere. Davvero un'ottima prova.

ULTIMA PAROLA DEL LIBRO: Aspetta!

VOTO: 9/10

SECONDA DI COPERTINA
Bremer dan Gorst, maestro di spade caduto in disgrazia, ha giurato di reclamare sul campo di battaglia l'onore perduto. È ossessionato dalla redenzione e assetato di violenza, dunque non gli importa molto di quanto sangue scorrerà, anche se si trattasse del proprio. Il Principe Calder non ha alcun interesse per l'onore e di certo non ha intenzione di finire ammazzato. Tutto quello che vuole è il potere, e si servirà di qualsiasi bugia ed espediente, tradirà tutti gli amici per raggiungerlo. Almeno sino a quando non sarà lui a dover combattere. Curden lo Strozzato, l'ultimo uomo onesto rimasto al Nord, ha dedicato la sua vita all'arte della guerra, ricavandone solo ginocchia gonfie e nervi logori. Non gli importa nemmeno più chi sia a vincere, vuole soltanto fare la cosa giusta. Ma è possibile individuarla nel mondo che gli sta crollando intorno? Il destino del Nord sarà deciso da tre sanguinosi giorni di battaglia. Ma con entrambi gli schieramenti corrotti da intrighi, debolezze, ostilità e meschine gelosie, è improbabile che siano i cuori più nobili o anche le armi più potenti a prevalere.

Record.

*DRIIIIN*
Mia madre, dal piano di sopra apre, credendo sia mio padre. Nessuno entra. Lei caccia un urlo: «ANDREEE VAI A VEDERE CHI È»
Un rosario di bestemmie, visto che sto bevendo il caffè.
Scendo, apro e mi trovo due donne: una con la stessa stazza e consistenza di uno scaldabagno e l'altra secca secca, sembra un biscotto senza amido.
«Si?»
Lo scaldabagno tira fuori un iPad inizia a premerci su, con quell'aria tremula e insicura, come solo le persone di una certa età sanno fare e, contemporaneamente inizia a parlare:«Salve signore, vorremmo mostrarle un video, sono solo tre minuti» Fa un sorrisone.
Io le guardo: in mano hanno una cartelletta nera a testa. Chi mai può essere alle 9 e mezza del mattino?
«Ma che siete, testimoni di Geova?»
La tipa fa una faccia come se le avessero schiacciato la coda (che, sono sicuro, portava arrotolata dentro le mutande). «Sì, siamo testimoni di Geova, ma è solo per farle vedere un video...»
«No guardi non ci interessa. Qui siamo tutti atei».
Lei a questo punto SPALANCA LA BOCCA ATTERRITA. «Oh».
«Beh, buongiorno»
Riesco a sentire un timido sussurro che suonava tipo «...'giorno» prima di chiudere il portone.

Sono riuscito a sbarazzarmi dei testimoni di Geova in meno di 2 minuti.
Mi sa che ho stabilito un record.