martedì 19 maggio 2015

La burocrazia che ti può aiutare - Parte 1

È la fine di febbraio ed io, giovane virgulto, dovrei pagare una rata di tasse in scadenza il 28.
Controllo dunque sul sito apposito e mi viene comunicato che la scadenza è stata posticipata a metà marzo, con mia somma gioia.
Noto anche un'altra cosa che non mi garba moltissimo: essendo delle rate calcolate in base al reddito, in teoria dovrei pagare circa 700 euro, ma il sito mi restituisce un totale di 3800 euro da pagare in due comodissime rate da 1900 euro l'una.
“Hoybò” penso. “Non avranno ancora aggiornato i database.”
Non è poi così strano: ogni anno (e dico, ogni anno), si ricordano di aggiornare i vari utenti tipo una settimana prima della scadenza, con sommo gaudio di chiunque; non è un caso, appunto, che ogni anno detta scadenza venga posticipata di un paio di settimane.
Alla fine quindi non mi preoccupo e vengo assorbito da altre cose.
Si fa la prima settimana di Marzo, controllo il sito e quei 3800 sono ancora lì.
Qui gatta ci cova.
Decido di andare all'ufficio competente, a Sassari, che dista circa 30km da qui.
Arrivo un venerdì pomeriggio un po' in anticipo, notando che per una volta non c'è fila.
“Sta a vedere che stavolta riesco ad andare via da qui ad un orario decente.”
Arriva l'ora di apertura al pubblico, ma la porta non si apre.
Aspetto cinque minuti e ancora nulla.
Poi noto il foglio bellamente appeso sulla porta dell'ufficio, sommerso assieme ad un'altra ventina di fogli praticamente identici: gli orari di apertura al pubblico ora sono solo in 2 (DUE) giorni e solo a mezza giornata, tipo il lunedì solo la mattina e il martedì solo il pomeriggio e chiaramente questo foglio è una cosa completamente diversa rispetto a ciò che c'è scritto sul sito da me controllato mezzora prima e che sto controllando sul cellulare proprio in quel momento.
Dopo un salmodiare di bestemmie che avrebbe fatto impallidire un demonio, decido che no, col cazzo che mi rifaccio il viaggio e quindi busso.
Mi viene miracolosamente detto di entrare e riesco a parlare con una omina dell'ufficio, impegnata in una estenuante sessione di solitario (lo so, perché vedo il riflesso del monitor sui suoi occhiali). Dopo essermi beccato un cazziatone per essere arrivato in orario di non apertura al pubblico (ed a nulla valgono le mie rimostranze quando dico che sul sito ci sono degli orari completamente diversi), riesco a spiegare la mia situazione.

«...e quindi deve pagare 3800 euro in due rate.»
«Ma scusi eh, non le sembrano un po' troppe?»
La tipa mi guarda INTENSAMENTE per dieci secondi, poi *clickete*clickete* controlla la mia situazione.
«In effetti sì» risponde, dopo aver studiato per quasi mezzo minuto il monitor.
«E vorrei ben vedere.»
«Ma scusi lei ha dato conferma dell'ISEEU?» mi chiede.
«No» rispondo. «Perché avrei dovuto farlo, visto che non c'era scritto da nessuna parte che dovevo dare conferma dell'ISEEU?»
«Impossibile. Mandiamo a tutti una mail.»
«Che a me non è arrivata. Lo sa vero che le email non è mica detto che arrivino sempre?»
«Impossibile.»
Io la guardo come qualcuno a cui voglio fare molto male.
«Okay, diciamo che non ho confermato l'ISEEU. Cosa devo fare?»
«Eh ma lei non può piombare qui una settimana prima della scadenza eh, aveva tutto il mese per farlo eh, ora è troppo tardi...» e blabla inserire giustificazioni inesistenti per dire che non c'aveva voglia.
«Senta, io vengo da alghero, mi son fatto 30km e da qui non me ne vado senza una risposta.»
La tipa sbuffa, sbrontola, rompe il cazzo ma alla fine riesco a convincerla.
«Lei ha qui l'ISEEU, così posso aggiornare la sua situazione?»
«Visto che non sapevo di doverlo portare, no che non ce l'ho. Non sono neanche sicuro di averlo a casa, ma controllo.»
«Allora faccia così: controlli e poi mi comunichi la cifra. Non c'è neanche bisogno che rivenga qui, basta che mandi una email o che telefoni.»

Con queste preziosissime informazioni, torno a casa e cerco l'ISEEU che, giustamente, non riesco a trovare, perso in un marasma di cartaccia simile; ne becco però uno dell'anno scorso, controllo la cifra già inserita da me precedentemente e che non ho confermato e, bimbadabum, corrispondono in tutto e per tutto (chiaro, visto il mio reddito mica cambia).
Il giorno dopo è sabato e non c'è nessuno, quindi aspetto lunedì e telefono. Giustamente nessuno mi risponde (scemo io a crederci).
Scrivo una mail con le cifre giuste e nel frattempo provo a chiamare per tutta la mattinata, ma nessuno alza mai la fottuta cornetta.
Okay.
Arriva martedì, cerco ancora di contattarli via telefono ma nulla e anche l'email tace; siccome non sono coglione, la cosa mi puzza di marcio quindi decido di andare nuovamente a Sassari, in orario d'ufficio.
Arrivo con tre quarti d'ora di anticipo e scopro con somma delizia che ci sono venti persone prima di me. Oh gioia, o gaudio.
Un'ora di fila dopo, riesco a parlare con l'omina dell'ufficio,  diversa da quella con cui avevo già parlato.
Mi tocca sorbirmi un altro cazziatone sul fatto che dovevo pensarci prima a queste cose e mi chiede l'ISEEU.
«Scusi, ma non vi è arrivata l'email che vi ho spedito?»
La tipa mi guarda imbarazzata. «Sì, ma non va bene.»
«Ah no?»
«No. Come faccio io a sapere che le cifre che lei ha mandato, corrispondono al vero? Avrebbe dovuto FARE UNA FOTO DELL'ISEEU O MANDARE LA COPIA DIGITALE CERTIFICATA.» (lo metto maiuscolo e pure in grassetto per farvi capire cosa mi ha detto di preciso. Una foto o la copia digitale certificata (che non mi è stata mai data in tipo 10 anni che faccio ISEEU))
«Questo però venerdì non me l'avevate detto. Anzi, mi avevate detto che bastava che vi mandassi la cifra così la inserivate in due minuti sul pc.»
«Impossibile, non è la procedura corretta.»
«Guardi che non è che me lo sto inventando eh.»
La tipa mi guarda come se fossi un coglione.
«Vabè. Ha portato la copia cartacea dell'ISEEU?»
«Ecco a lei» dico, sfoderando il foglio dell'anno scorso. «Ho solo questo.»
«Ma questo non va bene.»
«Ah no?»
«No, è dell'anno scorso.»
«E quindi? Guardi che è uguale a quello di quest'anno.»
«Sì ma non va bene. Poi io devo fotocopiarlo e mandarlo chissàddove quindi ho bisogno della copia autenticata e aggiornata a quest'anno.»
«Cioè mi faccia capire bene: lei ha bisogno di fare una fotocopia ad un foglio che è esattamente identico a quello dell'anno scorso, però i dati li inserisce al computer in due minuti.»
«Esatto.»
Non potete immaginare lo sguardo che le sto rifilando.
«E quindi, visto che non trovo l'ISEEU di quest'anno, devo rifarlo.»
(per inciso: l'ISEEU è stato da me utilizzato per partecipare ad un concorso.)
«Certo! E si deve pure sbrigare, visto che la scadenza è questa settimana. Altrimenti le tocca pagare la mora.»
«Beh chiaro, perché tanto io ho i soldi che mi crescono in giardino.»
«Doveva pensarci prima» mi fa lei con tono duro.
«No, non dovevo pensarci io prima, siete voi che innanzitutto non mi mandate la mail, poi ogni anno ci mettete troppo tempo per aggiornare i vostri database e infine avete una burocrazia che non ha alcuna logica. Ma zero. Perché le cifre sono identiche a quelle dell'anno scorso, controlli pure i dati, che tanto lì risulta che l'ISEEU che io ho inserito è uguale identico a quello degli anni precedenti e non ha ALCUN SENSO che, nell'era dell'informatica a portata anche dei babbuini, lei debba farsi una fotocopia di un maledetto foglio quando i dati poi li inserisce al computer. Senza considerare che basterebbe una mia email, come quella che vi ho mandato venerdì, senza peraltro ricevere alcuna risposta, perché non ci sia bisogno di farmi fare su e giù da Alghero alla ricerca di un cavolo di foglio.»

«Eh ma è così, io non ci posso fare niente.»
Me ne vado, prima di spaccarle qualcosa sulla tempia.

Il giorno dopo mi reco al CAAF per avere una copia dell'ISEEU.

Continua.

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