lunedì 21 luglio 2014

[RECENSIONI] Gli inganni di Locke Lamora, di Scott Lynch

Lo so che il mio blog latita, ma è la triste realtà di un mezzo che utilizzo essenzialmente per parlare di un determinato argomento (la scrittura) e non, come facevo prima sul vecchio, di tutto quello che passa per la mia testa bacata.
Per dare un po' più di respiro a queste pagine quindi, inauguro una nuova rubrica, dedicata alla recensioni dei libri che ho letto. Nulla di orginale, già, però magari qualcuno è interessato, hai visto mai. Iniziamo dunque con quello che fu uno dei primi romanzi fantasy che abbia letto, ovvero Gli inganni di Locke Lamora.


 
































LA SCHEDA


Titolo: Gli inganni di Locke Lamora
Autore: Lynch Scott
Prezzo: € 19,60 (ma si trova scontato a meno di 10 euro)
Pubblicazione Italia: 2007
Pagine: 605, rilegato
Traduttore: Martini A.
Editore: Nord  (collana Narrativa Nord)



LA TRAMA
(Senza spoiler)


Locke Lamora è un ladro e con la sua banda, I Bastardi Galantuomini, compie abili furti (ma sarebbe meglio dire truffe), ai danni dei nobili della città di Camorr, un posto che è del tutto simile a Venezia, solo che Venezia non è un concentrato di criminalità come in questo romanzo (almeno non credo). Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, non fosse che la Pace Segreta, un misterioso patto stipulato anni prima, impone ai ladri di non rubare ai nobili.
Durante una delle sue imprese, una truffa perpetrata a discapito di Don Lorenzo Salvara, Locke e i suoi sodali attireranno le attenzioni di uno strano individio, noto come il Re Grigio, una figura misteriosa che si è fatto notare del capo della malavita di Camorr, Barsavi, uccidendo alcuni suoi sodali.
Locke e i suoi si trovano quindi invischiati da una parte con il Re Grigio e dall'altra con Barsavi, che non tollererebbe affatto di sapere cosa sta combinando con i suoi. In mezzo, la truffa ai danni dei Salvara, il passato di Locke e un mago dell'alleanza.


 


COMMENTO


Cominciamo subito col dire che Gli inganni di Locke Lamora, non è il classico romanzo fantasy. Non ci sono principesse da salvare, mondi da ricostruire, mali da sconfiggere, eroi tutti d'un pezzo; c'è un ladro opportunista e amante del rischio, che vuole essenzialmente salvarsi la pelle e salvarla ai suoi. Di magia ce n'è ben poca, ma non stona con l'ambientazione creata, ed è più un romanzo picaresco che un fantasy. Locke e i suoi dicono parolacce, si prendono per il culo e usano le loro doti non certo per fare del bene. Non ci sono personaggi buoni, né personaggi cattivi: ognuno fa quello che deve fare, a volte compiendo atti di estrema crudeltà, a volte azioni altruistiche, ma nessuno (nemmeno il cattivo del romanzo), è monocorde.
Il libro è scorrevole, complice anche lo stile di Lynch semplice e diretto, proprio come i suoi personaggi.
Ogni tanto, preso dalla frenesia di raccontare, forse c'è qualche lungaggine di troppo, ma è ben poca cosa rispetto alla storia e a quei protagonisti così ben delineati.
L'originalità sta tutta qui: pur non stravolgendo i topoi del fantasy, come fa Abercrombie, Lynch riesce a reinterpretare il genere in modo tutto suo, lasciando fuori molti luoghi comuni a partire dal protagonista (non certo un eroe, non certo abile con la spada o nell'uccidere e non certo un mago) e costruendo una storia che riserva qualche colpo di scena mica male.
Cosa buona e giusta: pur essendo il primo libro di una saga, può essere letto tranquillamente come unicum in quanto la vicenda nasce e si esaurisce nell'arco di tutte le sue 600 pagine. Il che, è un gran pregio.
Io personalmente lo consiglio a chi voglia leggere un buon libro con una leggera venatura fantastica e sopratutto a quelle persone che il fantasy classico, quello coi draghi, i maghi e le spade che cagano, proprio non lo digeriscono.

VOTO: 8/10



SECONDA DI COPERTINA


Dicono che Locke Lamora non abbia rivali nei duelli. Dicono che sia alto, prestante e fascinoso. Dicono che la sua missione sia di rubare ai ricchi per dare ai poveri. Bè, si sbagliano. Piccolo di statura, deboluccio e un pò imbranato con la spada, Locke ha un unico punto di forza: nessuno lo può battere quanto ad astuzia e abilità truffaldina. E benché sia vero che ruba ai ricchi (e a chi, di grazia, dovrebbe rubare?) nessun povero ha mai visto un soldo bucato dei suoi furti. Tutto ciò su cui mette le mani lo tiene per sé e per i Bastardi Galantuomini, la sua banda, che ha come motto: "Vogliamo essere più furbi e più ricchi di tutti gli altri". A suo modo, Locke è il re di Camorr, una città che sembra nata dall'acqua, ornata di migliaia di ponti e di sontuosi palazzi barocchi e popolata da mercanti, soldati, accattoni e, ovviamente, ladri. In realtà, Camorr è il dominio di Capa Barsavi, perversa mente criminale, che da qualche tempo è impegnato in una lotta senza quartiere con il Re Grigio, altro personaggio decisamente poco raccomandabile. Impiccione per natura, Locke si ritrova suo malgrado in mezzo a questo scontro di titani e rischia di lasciarci le penne. Anche perché il suo misterioso passato nasconde un segreto che può mettere in pericolo l'intera nazione camorrana...

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