sabato 27 giugno 2015

Hey tu chi sei?

La cosa che mi ha sempre lasciato un po' stupito di quando scrivo qualcosa, è che non ho bisogno di un'atmosfera particolare, ne di esigenze particolari: in genere, se mi sento in vena, mi metto al pc, un po' di musica (anche se spesso basta il silenzio) e via che si va.
Specifico questo perché conosco svariati personaggi che per scrivere hanno bisogno dell'atmosfera giusta, una colonna sonora adatta, abbassare le tapparelle, la sigaretta sulle labbra - come se la loro vita fosse un film noir.
La cosa buffa, ripensandoci, è che magari sto scrivendo qualcosa di particolarmente macabro, e sullo stereo sto ascoltando canzoni romantiche.

Me ne sono accorto prima, mentre buttavo giù questo paragrafo del nuovo romanzo:

Sammy osservava la scena come in preda ad un freddo torpore; aveva passato in rassegna i cadaveri alla ricerca di Bez e aveva finito per riconoscere persone che solo qualche ora fa aveva intravisto o salutato, qualcuno che addirittura conosceva.
C'era Jess, con la gola squarciata da una pallottola, riversa su di un corpo reso irriconoscibile dal sangue; uno di quelli che aveva conosciuto qualche giorno prima alla clubhouse, era sdraiato per terra in una posizione innaturale, con il sangue che gli insozzava il petto maciullato. Non ricordava come si chiamasse, forse Birds o Cole chissà, eppure ecco lì la sua faccia, troppo giovane per morire a quella maniera, con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati, quasi fosse cristallizzata in un espressione di stupore terrorizzato.
Ed ascoltavo questa canzone:




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